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Museo delle Idrovore di Santa Margherita

Un’idrovora funzionante dell’Ottocento racconta la storia della bonifica e del paesaggio

La trasformazione di ampie zone paludose in fertili terreni coltivabili è sempre stata una grande sfida per la bonifica dell’entroterra lagunare veneziano. L’impianto idrovoro di Santa Margherita, realizzato sul finire dell’Ottocento e ancor oggi perfettamente funzionante, è il simbolo della bonifica che ha plasmato, a ridosso della Laguna, un paesaggio vasto e omogeneo, sospeso tra terra e acqua.

Paesaggi modellati dalla mano dell’uomo e sospesi fra terra e acqua sono il frutto di grandi e laboriose opere di bonifica, realizzate nel corso dei secoli per allontanare la presenza delle acque stagnanti e creare nuovi terreni dedicati alle coltivazioni. A questi spazi strappati all’acqua, s’addossano residui ambiti palustri e suggestivi paesaggi lagunari. Il territorio di Codevigo, dove si condensano queste particolarità ambientali, costituisce uno dei contesti di maggior interesse dell’area denominata Saccisica: un vero e proprio “avamposto” padovano sulla Laguna Veneta.
Fra le vaste distese agricole bonificate, a ridosso degli alvei fluviali del Brenta e del Bacchiglione prossimi alla foce, si staglia l’edificio dell’idrovora di Santa Margherita, sviluppato su un unico piano e sovrastato da un’alta ciminiera. L’impianto di sollevamento, realizzato a fine Ottocento e tuttora perfettamente funzionante, è un’importante testimonianza delle opere di allontanamento e controllo delle acque effettuate nelle aree prossime alla laguna, da sempre soggette a malsani impaludamenti e alle disastrose esondazioni dei grandi fiumi che scorrono nelle vicinanze.
Dotata inizialmente di una sola ruota a schiaffo azionata a vapore, l’idrovora fu potenziata nei primi decenni del Novecento: prima con due pompe centrifughe con motore a gas povero e quindi con altre due pompe fornite di motore diesel della ditta Franco Tosi. Oggi l’impianto è in grado di sollevare 13.500 litri al secondo.
Nei locali dell’antica carbonaia, dove un tempo veniva riposto il combustibile per azionare i possenti motori dell’idrovora, è stato ricavato un centro di documentazione dotato di un archivio documentario e fotografico con diversi filmati storici sull’epopea della bonifica. Il museo, che conserva un dettagliatissimo modellino in scala della storica ruota “a schiaffo”, suggestiva icona della fase primigenia della bonifica meccanica, rappresenta un punto di partenza ideale per la scoperta del territorio, verso le pregevoli aree naturalistiche e ricreative vicine, quali Ca’ di Mezzo, o altri impianti idrovori.

1:00

Come Arrivare

In treno: l'idrovora si trova a circa 8 chilometri dalla stazione ferroviaria di Arzergrande (linea Venezia-Adria). Valutare la possibilità di interscambio treno + bici.
In auto: percorrere la SS309 Romea fino alla località Passo della Fogolana, quindi deviare lungo la SR105 verso Cavarzere, per giungere in breve in località Santa Margherita. In alternativa uscita Monselice autostrada A13, proseguire lungo la SP5 e la SR104 in direzione Chioggia, quindi imboccare la SR105 verso la SS309 Romea fino a Santa Margherita. Parcheggi disponibili a servizio dei visitatori.

informazioni aggiuntive

Orari di apertura e visite:
Consorzio di Bonifica Bacchiglione (tel. 049 8751133; comunicazione@consorziobacchiglione.it).
Dove mangiare:

nelle immediate vicinanze la Trattoria La Rotonda (Via Altipiano 61, Codevigo; tel. 049 5850320) e la Trattoria Da Toni (Via Argine Sinistro 101, Codevigo; tel. 049 5850096) propongono ottimi piatti di pesce e di cucina tradizionale, in ambienti informali dove poter apprezzare le specialità enogastronomiche della zona.
Dove dormire:
a breve distanza da Santa Margherita, nel centro abitato di Correzzola, è situato l'Hotel La Corte, che si trova presso la suggestiva cornice dell'antica Corte Benedettina. Sempre nel territorio di Correzzola è possibile soggiornare presso il tranquillo Casolare La Quercia

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