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PISCINA MIRABILIS: L'ANTICO ACQUEDOTTO ROMANO E IL PARCO NAZIONALE ARCHEOLOGICO DEI CAMPI FLEGREI NELLA RETE MONDIALE DEI MUSEI DELL'ACQUA

Nella cornice dell'imponente Castello di Baia (1495 d.C.), fortezza aragonese che si affaccia sul suggestivo Golfo di Napoli dominato dal Vesuvio, si è tenuta la conferenza per celebrare l'ingresso di una prestigiosa istituzione nella rete WAMU-NET: il Parco Nazionale Archeologico dei Campi Flegrei. Nel corso dell'evento, il direttore Fabio Pagano ha messo in luce le opportunità di sviluppo turistico sostenibile dell'area, illustrando non solo l'unicità della "Piscina Mirabilis", ma anche l’intero patrimonio idraulico monumentale custodito dal parco flegreo, oggi area protetta. La Piscina Mirabilis, composta da oltre 40 imponenti arcate che ricordano il suggestivo interno di una cattedrale, è la parte terminale dell'acquedotto romano-augusteo del Serino (I secolo a.C.), lungo quasi 100 km, già noto come "Aqua Augusta Campaniae". La cisterna monumentale aveva una capacità di 14.000 metri cubi ed era funzionale all'approvvigionamento idrico delle navi dell'impero romano nel vicino porto militare di Miseno.

Alla conferenza è intervenuto anche Marco Arcieri, presidente di ICID International, che ha consegnato ufficialmente il Premio ICID alla Piscina Mirabilis e ha sottolineato il pionieristico ed eroico lavoro svolto in questi anni dal direttore Fabio Pagano e dalla sua équipe. Sono poi intervenuti Antonio Tosi (Presidente di TE.AM, Centro Studi Internazionale "Territorio e Ambiente", Napoli), che ha creato il polo napoletano della rete WAMU-NET / UNESCO-IHP - un polo che oggi conta quattro musei dell'acqua tra i soci della ‘iniziativa faro’ del Programma Idrologico Intergovernativo dell’UNESCO - e Stefania Capaldo (Vice Presidente Federalberghi Terme), che ha rievocato le numerose sorgenti termali che caratterizzano l'area del parco flegreo e le loro innumerevoli proprietà terapeutiche, come opportunità chiave per il turismo sostenibile. Nell'occasione, Eriberto Eulisse (Direttore della Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua UNESCO-IHP) ha sottolineato i potenziali effetti moltiplicatori che i quattro membri di WAMU-NET di Napoli possono sviluppare come modello pionieristico a livello mondiale di interazione tra i partner della rete. Tra i membri napoletani, oltre ai già citati Parco Archeologico flegreo e TE.AM, ricordiamo il Museo dell'acqua "Lapis" diretto da Raffaele Jovine - dove si possono visitare i sorprendenti resti dell'originario acquedotto greco di Napoli (IV secolo a.C.) con acque ancora fluenti a circa 40 metri di profondità sotto l'attuale livello della città - e, non ultimo, il Museo Multimediale delle Acque della Campania diretto da Giuseppe Ottaiano, con sede a Sant'Anastasia (NA), che offre un suggestivo tour virtuale "immersivo" dei numerosi fiumi, cascate e sorgenti dell'intera regione Campania che ha realizzato personalmente nel corso di oltre due decenni di ricerche.

Vai all'articolo di Domenico Letizia pubblicato all'interno dell'Opinione

Vai all'articolo pubblicato dal Mattino di Napoli

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